Chi ha a cuore la tutela e la cura del paesaggio non può non avere a cuore le api. Questi incredibili insetti, così piccoli ma così preziosi, svolgono un ruolo vitale per mantenere gli equilibri del nostro ecosistema.

Quando abbiamo conosciuto Biasion, consolidata realtà nel settore del verde, l’intesa è stata immediata. L’azienda opera in diversi settori, tra cui la commercializzazione di prodotti per il giardinaggio e l’idrosemina, ma una delle sue eccellenze è il settore sementiero. È in questo settore che, negli ultimi anni, si è registrata una sempre maggiore richiesta di miscele ad uso apistico.

La filosofia di lavoro di Biasion, sensibile alle tematiche ambientali e orientata a soluzioni sempre più eco-compatibili, ha portato l’azienda ad avviare una collaborazione con Savingbees.org attraverso l’adozione di un’arnia per tre anni nell’Oasi Apistica di Val Concei.

Abbiamo intervistato Paolo Rodaro, consulente tecnico commerciale di Biasion, per conoscere meglio questa realtà e il legame tra settore del verde, api e sostenibilità.

1 – La vostra azienda opera nel settore del verde. Di cosa vi occupate nello specifico?

Biasion è una ditta che ha sede a Bolzano e ha origine indietro nel tempo, le prime informazioni risalgono infatti al 1866. Nasciamo come ditta sementiera, ma nel tempo ci siamo espansi e ora lavoriamo in tanti settori del verde. Abbiamo un garden center, dove operiamo al dettaglio e vendiamo piante, fiori, semi e prodotti per il giardinaggio. Siamo poi grossisti di prodotti per il verde come semi, concimi e terricci che vendiamo alle agrarie o ai centri di giardinaggio della provincia. Il punto forte della nostra ditta è il settore sementiero, ma anche quello dell’idrosemina, ovvero una tecnica particolare per inerbire determinate superfici come scarpate o piste da sci. Abbiamo infine un’officina specializzata Master Dealer Honda con i migliori macchinari per il giardinaggio, come rasaerba e robot per il giardino ma anche turbine spazzaneve. Operiamo in settori diversi, per destinatari diversi e, di conseguenza, abbiamo anche clienti in zone geografiche diverse.

2 – In cosa consiste la vostra proposta nel settore sementiero?

La nostra proposta include una grande varietà di miscele. Prima importiamo le specie singolarmente da paesi come Danimarca, Germania, Olanda o anche dall’Italia e poi con questi semi realizziamo le miscele. Si tratta di semi destinati a giardini e campi sportivi, all’agricoltura e all’ambiente. Abbiamo miscele standard ma possiamo anche farle su misura. Ad esempio negli ultimi anni c’è stata molta richiesta di miscele ad uso apistico.

3 – In cosa consistono le miscele ad uso apistico?

Negli ultimi decenni il paesaggio si è modificato molto, causando una graduale perdita delle fonti di approvvigionamento per gli insetti. È aumentata così la necessità di creare e proporre delle miscele per gli insetti utili, soprattutto per le api.  Così noi ottimizziamo le nostre miscele selezionando piante con caratteristiche ideali per loro e che garantiscano la fioritura più lunga possibile.  

4 – È grazie a queste miscele che avete conosciuto Savingbees.org?

Esatto, è stata una conseguenza del lavoro che facciamo. Siamo entrati in contatto con l’Oasi Apistica di Val Concei e l’iniziativa ci è subito piaciuta. Abbiamo deciso di avviare la collaborazione con Savingbees.org adottando un’arnia perché ci sembrava in linea con la nostra filosofia, sensibile alle tematiche ambientali. Inoltre questo rapporto ci darà anche l’opportunità di testare le nostre miscele ad uso apistico, mostrandone i punti di forza e i limiti, per migliorare ulteriormente il nostro contributo alla causa. Le api ci sanno dare risposte molto interessanti, pur parlando poco!

5 – In che modo si riflette l’attenzione alle tematiche ambientali nel vostro settore?

Noi personalmente cerchiamo di intervenire in un modo sempre più eco-compatibile. In questi anni abbiamo fatto dei cambiamenti enormi, come la ricerca di ricerca di prodotti meno impattanti e l’utilizzo di miscele che hanno meno necessità di essere seguite (quindi meno acqua, meno manutenzione) o coltivate biologicamente. La direzione è verso qualcosa di più rustico, che pur mantenendo un alto livello qualitativo necessiti di meno input agronomici, meno concimi, dove possibile, privilegiando quelli organici per un uso più mirato delle risorse. Questo secondo noi è il futuro.